Bavaglio ai magistrati, Nordio ammette: “Ne abbiamo discusso, ma non c’è un disegno di legge”

Il ministro Carlo Nordio ammette che l'ipotesi di sanzioni ai magistrati che criticano il governo è una "riflessione" fatta da tempo.

Bavaglio ai magistrati, Nordio ammette: “Ne abbiamo discusso, ma non c’è un disegno di legge”

Non è una questione già sul tavolo, non c’è alcun disegno di legge pronto a essere discusso. Ma il tema delle sanzioni ai magistrati che manifestano idee politiche, esprimendo il loro pensiero, è stato già questione di discussione all’interno del governo. Ad ammetterlo è il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la registrazione della trasmissione Cinque Minuti in onda questa sera su Rai 1.

Nordio assicura che la questione delle sanzioni ai magistrati “non è all’ordine del giorno e non è un disegno di legge che sia stato apprestato da noi”. Eppure la questione non viene ignorata da Nordio, che ammette come si tratti di una “riflessione che da tempo stiamo facendo”.

Nordio e la riflessione sulle sanzioni ai magistrati che fanno dichiarazioni politiche

Il ministro parla dell’ipotesi, di cui si è discusso di recente, che il governo voglia introdurre un illecito disciplinare legato alle esternazioni dei magistrati. E dice che la riflessione in corso è “sull’opportunità che alcuni magistrati si esprimano in termini rudi e aggressivi – come purtroppo è accaduto anche di recente – nei confronti di esponenti del governo, e su quali possano essere le conseguenze”.

Insomma, il ministro della Giustizia dice chiaramente che il problema riguarda le dichiarazioni dei magistrati nei confronti del governo o di suoi esponenti. In ogni caso, Nordio assicura che al momento “non c’è nulla di concreto” in tal senso e che non viene quindi discusso un disegno di legge o altro che possa introdurre questo illecito per i magistrati.

Poi Nordio torna allo scontro con l’Anm sul tema delle intercettazioni, sostenendo che quelle dell’Associazione nazionale magistrati “sono affermazioni assolutamente inesatte, le intercettazioni possono essere prorogate ogni 45 giorni anche per più di un anno quando emergono indizi concreti e sufficienti per la proroga mentre attualmente si agisce a strascico, queste intercettazioni continuano senza motivazione che non sia quella cartacea e stereotipata che molto spesso il gip dà alle domande del pubblico ministero”.

Infine, Nordio commenta il voto della Camera sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti per il caso Almasri: “Non sono minimamente preoccupato”, dice. “Abbiamo seguito quello che la legge prevede, cioè il tempo che il ministro della Giustizia deve occupare per studiare le carte che arrivano dalla Corte penale internazionale; il ministro della Giustizia in quei casi non è un passacarte che interloquisca direttamente con la Corte d’appello come accaduto, deve dare delle valutazioni e durante questo periodo Almasri è stato liberato”, commenta il ministro.